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Mantenimento figli maggiorenni: non è assistenzialismo

La Suprema Corte di Cassazione (ordinanza n. 29779 del 29 dicembre 2020) si allinea al recente orientamento stabilendo che l’assegno di mantenimento ai figli non deve funzionare come uno strumento di assistenzialismo, ma deve servire per responsabilizzarli.

II figlio divenuto maggiorenne ha diritto al mantenimento a carico dei genitori soltanto se, ultimato il prescelto percorso formativo scolastico, dimostri di essersi effettivamente adoperato per rendersi autonomo economicamente, impegnandosi attivamente per trovare un’occupazione in base alle reali opportunità offerte dal mercato del lavoro, se del caso ridimensionando le proprie aspirazioni, senza indugiare nell’attesa di una opportunità lavorativa consona alle proprie ambizioni.

Il mantenimento ai figli “non è per sempre”. Lo puntualizza la Cassazione; se il lavoro ideale non arriva, il figlio, ormai ventisettenne e laureato, deve ridimensionare le sue ambizioni e cercare comunque un’occupazione, anche se più modesta di quella sognata.

Già in precedenti pronunce era stato chiaramente stabilito che i genitori non devono mantenere i figli che non mettono un evidente impegno a trovare un’occupazione «in base alle opportunità reali offerte dal mercato del lavoro, se del caso ridimensionando le proprie aspirazioni, senza indugiare nell’attesa di una opportunità lavorativa consona alle proprie ambizioni». Nel 2016 la Cassazione aveva detto che un’assistenza protratta all’infinito porterebbe «parassitismo di ex giovani ai danni dei loro genitori sempre più anziani».

Secondo gli Ermellini l’assegno di mantenimento non deve funzionare come uno strumento di assistenzialismo, ma deve servire per responsabilizzare i figli: una volta terminati gli studi, i giovani devono diventare economicamente indipendenti dai genitori e non devono aspettarsi di essere mantenuti, nonostante i lavori precari e gli stipendi bassi. Neanche la disoccupazione può essere considerata un pretesto, poiché può riguardare chiunque, anche persone più avanti negli anni.